Una coppia “risvegliata” dal Tantra

di MARCO e SARA, iscritti alla Scuola di Formazione

“Io e mia moglie siamo una coppia con due figli, basata sull’amore reciproco, sulla scelta l’uno dell’altra che si fonda su chimica, desiderio, condivisione di valori, principi, visione del presente e del futuro. Stiamo insieme da 20 anni, e come tutte le coppie, in modo tassativamente fisiologico e connesso a ogni relazione a due di lunga durata, abbiamo incontrato e vissuto periodi di crisi. Abbiamo però fatto costanti scelte, in primis quella di non scappare, di non evitare le difficoltà, ma di affrontarle e di entrarci dentro con tutte le scarpe.

Non vuol dire che siamo stati sempre insieme, senza momenti di distacco, quantomeno emotivo, accettando pedissequamente il ruolo di marito e moglie e di padre e madre dei nostri figli, rinunciando a noi stessi.

No, non è stato così.

Dopo 12 anni di storia, con figli piccoli, abbiamo vissuto la crisi più importante, che abbiamo capito essere stata legata al non riuscire a trovare noi stessi come individui, più che alla coppia in quanto tale.

Da lì è partito un periodo di ricerca profonda di noi stessi, che ha determinato un anno e mezzo di stand by di coppia. Sotto tutto restava latente la convinzione che l’altra persona fosse quella giusta con cui condividere la vita, ma era necessaria una forma di “separazione” dalla “fusione emotiva” in cui eravamo finiti. Dovevamo prima fare un percorso individuale.

È passato così un periodo di ricerca, con tante esperienze in mezzo: Yoga Kundalini, corsi olistici di vario tipo, letture di libri di psicologia, sviluppo personale, spiritualità, il Cammino di Santiago, incontri con maestri e persone che vibravano con la nostra nuova energia e con cui sono avvenuti confronti molto profondi e nutrienti: ci hanno fatto da specchio. Due percorsi individuali e paralleli che ci hanno fatto crescere, vedere noi stessi come non ci eravamo mai visti, con occhi e profondità diversi.

Sono stati fondamentali per riunire le nostre strade e farci riprendere il cammino insieme, non solo come individui, ma anche come coppia, nonostante ci fossero ancora difficoltà e scogli da superare.

La svolta ulteriore è avvenuta quando abbiamo incontrato il Tantra.

Ne eravamo attratti da tempo, ma il coraggio di avvicinarci ad esplorare quel mondo è arrivato quando abbiamo trovato una Scuola che ci ha risuonato come “seria e professionale” e la cui insegnante ci ha trasmesso empatia e purezza. Sì, purezza, perché ricercavamo insegnamenti ispirati all’essenza del Tantra, non certo corsi di sessualità fine a se stessa.

Abbiamo seguito un percorso di seminari e con una guida esperta, dolce ed accogliente, senza giudizio, ma sempre pronta ad ascoltare il nostro vissuto e il nostro sentire, abbiamo cominciato un nuovo cammino di coppia.

Dapprima ci hanno insegnato ad ascoltare noi stessi, individualmente: sentire le sensazioni che proviamo nel corpo, dare un nome alle emozioni correlate, fino ad arrivare ai pensieri e ai condizionamenti sottostanti. All’inizio non è stato facile per nulla: la cultura occidentale ci porta come bagaglio un’abitudine a stare nella mente, a non riconoscere e conoscere le nostre emozioni, addirittura a non ascoltarle. E noi eravamo così, non abituati ad ascoltarci nel profondo.

Le meditazioni, le danze, l’imparare a stare nel respiro lungo, lento e profondo, gli insegnamenti teorici e pratici ci hanno portato man mano a sentire il nostro corpo e notare le emozioni che stavamo vivendo. Le condivisioni con gli altri “compagni di viaggio” ci hanno ulteriormente arricchito, perché di fatto ognuno fa da specchio all’altro.

Siamo così giunti, dopo il periodo di preparazione, a mio avviso fondamentale per cominciare a sviluppare la capacità di sentire e di ascoltare (il corpo, se stessi, l’altro), a immergerci nel rituale Tantra.

È una forma di meditazione molto profonda, caratterizzata da un tocco lento e spontaneo del corpo dell’altro, nell’ascolto e nella presenza totale di entrambi. Si svolge su tatami, con olio caldo, luci soffuse e musiche di sottofondo. È un contatto energetico a sfioramento, simile a una carezza amorevole, in cui le mani vanno molto lentamente, senza uno schema né un’intenzione, stando sempre nella presenza. Facilita il rilassamento per staccare la mente, lasciare andare i pensieri, in pieno ascolto delle sensazioni corporee provate e delle manifestazioni energetiche emerse.

È stata una meravigliosa sorpresa per tutti e due!

Le prime volte abbiamo provato qualche difficoltà, legata al non riuscire a stare nella reale presenza del qui ed ora, ma al divagare della mente, ritornando negli schemi reattivi del passato ogni volta che facevamo qualcosa che nell’altro richiamava ricordi spiacevoli vissuti in precedenza, anche quando durante il rituale quel gesto aveva un significato ben diverso. La pratica ci ha insegnato ad essere presenti, a stare nell’ascolto di ciò che avviene nel rituale, e ad evitare di farci agganciare da pensieri che distolgono l’attenzione.

Il corpo è ciò che ci permette di cogliere l’istante, di sentire la presenza, l’“Io Sono”, ed è in questo senso che viene considerato sacro nel Tantra. Le esperienze tantriche sono fatte di contatto, respiro, colori, profumi, musiche e movimento.

Attraverso il Tantra ognuno di noi scopre la sua vera e intrinseca natura, liberandosi di tutti i limiti e le maschere che possiede…mente e corpo si uniscono come in una danza e da ciò deriva un grande senso di benessere e consapevolezza.

Non è semplice entrare nel tipo di cambiamento di ottica che prevede. Siamo paradossalmente educati più al dolore che alla gioia, più alla repressione energetica che alla libera espressione di noi stessi, e sentire questa possibilità può disorientare e spaventare. Quando la coscienza si risveglia è quasi scioccante. Ci si accorge di quante sovrastrutture abbiamo costruito minuziosamente tra la nostra anima, quello che noi “siamo veramente”, e quello che vogliamo invece far vedere di noi stessi. E l’abbiamo costruito così bene che siamo sicuri di essere proprio così, che abbiamo questo o quel carattere, che la nostra personalità è proprio così… Scoprire di essere stati proprio noi gli artefici di tanta nostra sofferenza può causare disorientamento e confusione. Ma quando la corazza dell’ego viene infranta è tanta la bellezza che ne esce, che il processo di trasformazione non può più essere fermato.

Il Tantra è la pratica che usa l’espressione sessuale solamente come mezzo, in un contesto risanatore di amore per se stessi e gli altri. Niente a che vedere, insomma, con l’intento di assumere il controllo delle proprie prestazioni sessuali, anche se ciò può accadere come effetto secondario, dovuto ad una maggiore conoscenza di se stessi e delle nostre reazioni.

Come concludere il nostro racconto: io e mia moglie continuiamo il nostro percorso di crescita e scoperta con il Tantra, ringraziandoci reciprocamente ogni giorno per aver scelto di percorrerlo insieme, verso la consapevolezza, la passione, l’intimità, imparando che l’accettazione di noi stessi e dell’altro sono l’unica strada che può condurre alla libertà e alla piena realizzazione di sè.

 

 

 

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