IL TANTRA – cenni storici

di Jyoti De Gregorio, allieva iscritta alla scuola di formazione

 

Non si hanno notizie certe sull’origine del Tantrismo, né documenti riguardanti le prime popolazioni che praticarono questa disciplina.

Le tradizioni orali riportano le origini del Tantra alla popolazione degli Harappei nella valle dell’Indo nel 2000 a.C.

Gli Harrapei, organizzati in una società di tipo matriarcale, pare avessero raggiunto uno sviluppo civile e culturale molto avanzato per quel tempo: godevano di un notevole benessere, di elevati standard igienici, amavano le arti e i piaceri della vita e davano grande importanza alla sessualità sia nella vita sociale che in quella religiosa. La religione degli Harappei non prevedeva templi, ma semplicemente luoghi di purificazione: al centro della capitale, Mohenjo-Daro, l’edificio principale era una grande piscina, un autentico monumento al relax e al benessere.

La vita sociale era incentrata sul culto della Dea Madre e sia nella vita sociale che religiosa,la donna godeva di una posizione di prestigio. La figura della dea dominava le architetture degli edifici più prestigiosi, e si presentava con le braccia aperte e le gambe divaricate, quasi offrendo sensualità e sessualità all’adorazione dei passanti. Malgrado non ci siano notizie precise sulle cerimonie tantriche usate, sappiamo che gli Harappei mettevano il letto della padrona di casa nella stanza principale della casa, il salotto in cui si celebrava l’atto amoroso.

Come nelle società matriarcali in generale la spiritualità veniva vissuta come esperienza concreta: la ricerca del divino non era dettata da dogmi e credenze, ma veniva sperimentata direttamente, in modo spontaneo e soggettivo. La religione degli Harappei era strettamente legata ad un sentire corporeo, connessa al piacere e alla sensualità.

Il passaggio dall’organizzazione matriarcale della società a quella patriarcale, che avvenne anche in India, cambiò notevolmente le concezioni religiose e il modo di vivere la spiritualità. Mentre nel Tantra la percezione del femminile era libera e svincolata da strutture mentali, con l’avvento dell’Induismo essa venne gradualmente assoggettata al predominio della razionalità maschile. Nel Tantra le rappresentazioni della donna sono allo stesso tempo sensuali e spirituali, estatiche e intelligenti, fiere e benevoli; al contrario nell’Induismo assumono connotati di subordinazione, di servizio e di obbedienza.

 

Archaeological Ruins at Moenjodaro (Pakistan)

Con l’ascesa dell’Induismo e l’avvento delle società patriarcali il divino viene scisso dall’umano, di cui ne rappresenta addirittura l’antitesi, e diventa quasi irraggiungibile ne consegue la necessità di testi rivelati, dogmi e sacerdoti che facciano da intermediari

 

Il Tantra si mantenne vivo grazie al sorgere di alcune sette segrete che ne tramandarono le conoscenze e le pratiche fin quando durante il VII secolo d.C. tornò a diffondersi in India nell’ambito del Buddhismo Mahayana grazie a diversi monaci, da cui si sviluppò il Tantra del buddhismo tibetano la cui influenza filosofica si estese anche al Kashmir, al Bengala e al Nepal tramite gli insegnamenti dei monaci del Buddhismo tantrico.

 

Tra il IX e il XII secolo d.C. il Tantra visse il suo periodo di massimo sviluppo sia in India che in Tibet, dove alcuni monaci, come Marpa e Milarepa, fondarono famose scuole tantriche, a cui si devono i più importanti testi antichi. Una di queste si divise poi nei due filoni: del “Tantra rosso”e il “Tantra bianco”. La corrente del Tantra rosso continuò a praticare tecniche di unione sessuale, mentre il Tantra bianco deviò verso una moralizzazione delle discipline, focalizzandosi sull’uso consapevole delle energie sessuali ed evitando i rapporti carnali.

Il Tantra rosso venne chiamato “della mano sinistra”, mentre quello bianco “della mano destra”, e nei secoli successivi, a causa dell’invasione islamica il Tantra rosso, quello originario, fu ufficialmente soppresso tornando ad essere nuovamente in una scuola occulta (setta segreta). Il Tantra bianco, che presentava aspetti monastici ed era privo di rapporti sessuali, perse gradualmente la propria identità finendo col fondersi allo Yoga e arrivando ad oggi come Tantra Yoga, che pur continuando a basarsi sulle energie sessuali, ha abbandonato totalmente l’ approccio concreto alla sessualità, tipica del Tantra originario.

Jabalpur, tempio dedicato alle yogini

In occidente, alcuni studiosi e filosofi cominciarono a parlare di Tantra negli anni 60/70 in concomitanza con la liberazione sessuale e l’emancipazione della donna preparando il terreno per l’unione del piacere fisico con la spiritualità e la rinascita di un Tantra completo in tutte le sue pratiche e per renderlo una pratica avvicinabile resero i rituali più agili.

Malgrado in profondità ancora regnino le convinzioni secondo cui il sesso è terreno più maschile che femminile e quindi i retaggi culturali rendano difficile alle donne focalizzare la sessualità e il Tantra come strumento per giungere al benessere e a una spiritualità più elevata, l’emancipazione femminile oggi comunque permette alle donne più curiose, consapevoli e in un cammino di crescita, di avvicinarsi alle pratiche.

 

In genere la situazione oggi è quindi molto diversa da quella delle origini in cui la donna era intesa come la Grande Dea. Il Tantra in realtà è un pensiero più orientato al e dal principio femminile che maschile e infatti molte donne sono state maestre delle pratiche e dei principi del Tantra e lo sono ancora oggi.

 

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